"Ti voglio libero come il vento"

La lettura di "Ti voglio libero come il vento" si fa interessante, sono arrivata al punto in cui Antony De Mello afferma che per essere felici dobbiamo amare in maniera disinteressata. Purtroppo, si utilizzano premi e castighi per insegnare ai bambini il bene e il male, ma questo ha delle controindicazioni, tra le quali c'è quella di inculcare nei bambini l'esigenza di ottenere un riconoscimento se fanno qualcosa di buono e di incutere loro la paura nel caso mettano in atto comportamenti contrari a quelli comunemente considerati buoni.
Entrambe queste conseguenze possono essere deleterie, la prima perchè determina la continua aspettativa di un riscontro altrui, se non addirittura di una ricompensa anche solo in termini di apprezzamento, per un buon comportamento o una buona azione; la seconda perchè la paura può rappresentare un serio ostacolo sulla strada della ricerca dell'autonomia. Purtroppo, questi sono problemi generalizzati con cui ognuno di noi si trova a dover avere a che fare ogni giorno. Chi non è mai stato terrorizzato dalla paura delle conseguenze che sarebbero derivate da una bravata solo perchè gli era stato insegnato che se avesse disubbidito sarebbe stato punito duramente? Chi di noi non si è mai lamentato per il fatto che in ufficio non ha ottenuto nemmeno un riconoscimento per il buon lavoro svolto? Immancabilmente ci attendiamo delle gratificazioni solo per il fatto che abbiamo fatto qualcosa di buono, a volte semplicemente il nostro dovere. Senza un riconoscimento (ci basta che qualcuno ci dica che siamo stati bravi) altrui, sembra quasi che non troviamo un senso alle nostre azioni. E' come se qualsiasi cosa facciamo debba avere come fine un apprezzamento, senza il quale la nostra soddisfazione personale non trova compimento. Ecco perchè, molte persone sono perennemente insoddisfatte;  per quanti sforzi facciano, non è detto che ricevano i riscontri che si aspettano. Dovremmo domandarci se vale la pena di essere tristi perchè nessuno ci ha rivolto quel "Bravo" che ci aspettavamo. Dovremmo acquisire maggiore autonomia emotiva rispetto gli altri e cercare di nutrire maggiore sicurezza e stima nei confronti di noi stessi. Se sono certa di aver fatto un buon lavoro e probabilmente ne vedo anche i risultati concreti, che bisogno ho di un complimento? Se non mi basta la mia consapevolezza, probabilmente ho una bassa considerazione di me stessa e il mio giudizio è messo in secondo piano rispetto a quello altrui. La nostra società tende a sminuire le persone, semplicemente perchè le persone insicure sono più facilmente influenzabili. Chi non ha mai avuto a che fare con una persona autoritaria che per innalzare se stessa sminuisce gli altri? Ciò che vuole comunicare De Mello è che non dobbiamo permettere che il nostro stato d'animo sia influenzato dall'esterno, perchè altrimenti saremo sempre in balia dell'umore del coniuge, del collega, del capo di turno. La nostra serenità non deve correre il rischio di essere compromessa così facilmente! Come possiamo pretendere di essere felici se riponiamo le nostre speranze di consolazione in altre persone che, a loro volta, sono schiave delle loro aspettative disattese? "Ti voglio libero come il vento" questo titolo racchiude in sè l'importanza di riscoprire e di difendere la propria libertà. Il mio augurio è che ognuno faccia un passo avanti nella ricerca della propria libertà rispetto ai giudizi altrui al fine di trovare una maggior consapevolezza del proprio valore personale. E concludo con un pensiero di Giovanni Paolo II secondo il quale "Gli uomini e le donne valgono infinitamente più di quello che loro stessi pensano".

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