“Devo vivere il presente intensamente, senza perdermelo perché è tutto ciò che possiedo veramente."

Pensieri tratti da "Ti voglio libero come il vento" Anthony De Mello A cura di Maria Paz Marino - Ed. Gribaudi.

Questi sono i pensieri e le frasi di questo libro che desidero rileggere spesso, perché racchiudono concetti, che mi voglio impegnare a mettere in atto nella mia vita quotidiana ai fini del mio personale "progetto felicità". Sono consapevolezze che nella nostra società vengono spesso sotterrate, probabilmente perché troppo scomode, e che vale la pena secondo me di riscoprire. Queste perle di saggezza possono scuotere il nostro animo troppo spesso assopito, ne sono convinta! Se le faremo nostre probabilmente potremo dire, come recita "Rinascimento", la canzone scritta da Mogol sulla musica di Gianni Bella cantata da Gianni Morandi giovedì sera al Festival di Sanremo 2011, "Finirà lo smarrimento, sarà un Rinascimento" ; dunque questo è il mio augurio per ognuno.

“Devo vivere il presente intensamente, senza perdermelo perché è tutto ciò che possiedo veramente. Quando non faccio così, perché bramo qualcos’altro, significa che il presente non mi colma. Ciò vuol dire che il presente mi viene meno o che gli vengo meno io poiché desidero trasformarlo in qualcosa di diverso? Il presente non mi impone nulla. Semplicemente mi apre una gamma di possibilità che, se non sono sveglio, non saprò vivere. Per contro, se vivi il presente con gli occhi bene aperti, tu vigile e disponibile, puoi creare con tutto te stesso il presente e aprire nella tua vita le finestre e le porte che esso ti offre.”

“Né tu né i tuoi progetti sognati né i tuoi desideri di cambiare le cose hanno importanza nello sviluppo della vita: è la vita che conta, ed essa segue sempre il suo corso senza chiedere il parere di nessuno.”

“Oggi come allora, gli uomini preferiscono la schiavitù dell’inerzia e del sonno alla libertà che ci rende responsabili.”

“Se vuoi essere in grado di amare per davvero, senza condizioni, prima devi liberarti dai tuoi desideri, poiché sono loro che pongono le condizioni.”

“Ci sono desideri che generano ansia perché nascono da carenze del passato che determinano insoddisfazione e fungono da pozzi senza fondo mai sazi. Chiameremo “forme di attaccamento” questi desideri, origine di sofferenze e insicurezza.
Alla base di ogni sofferenza c’è l’attaccamento e così come l’attaccamento e la sofferenza vanno di pari passo, similmente esiste un terzo elemento inseparabile a cui si accompagnano: la paura.
Quando c’è una forma di attaccamento, c’è anche la paura di non ottenere l’oggetto desiderato… o di perderlo.
Non appena desideri qualcosa compulsivamente, riponendo in esso la tua brama di felicità, ti esponi alla disillusione di non ottenerlo. Non è così? Questo, dunque, dimostra che, in una situazione del genere, la paura e la sofferenza agiscono per conto loro, nonostante la tua illusione desideri soffocarli.
L’amore è la morte delle varie forme di attaccamento, e perciò nell’amore non ci sono né sofferenza né paura. L’amore è libero da qualsiasi legame perché non pone condizioni.”

“Non hai paura che ti sottraggano qualcosa perché sai che quello che c’è di prezioso in te non si può portare via. Appartiene a te e te lo porti dentro.”

“Quando sei innamorato non osi dire tutta la verità per paura che l’altro perda le sue illusioni, perché, in fondo, sai che l’innamoramento si alimenta di immagini idealizzate che durano finché dura l’illusione.”

“Poiché ti amo, ti voglio indipendente da me: libero come il vento. Non innamorato di me, ma della vita.”

“Tu sei già felicità, ma non ne prendi completamente atto perché, in fondo, ti spaventa esserne responsabile. Preferisci credere che quando soffri qualcuno sia responsabile di questa tua condizione di danno.”

“Quando vai in collera e soffri, è perché acconsenti che una determinata situazione ti renda infelice.
Sappi una volta per tutte che nessuno può fare la tua felicità, ma nemmeno la tua infelicità, perché la felicità è una delle tue potenzialità che solo tu sviluppi o vanifichi.”

“I bambini ridono tanto quanto piangono, ma non soffrono, perché ogni esperienza racchiude interamente in se stessa la propria necessità creativa, senza lasciare degli strascichi frustranti.”

“Ti hanno programmato per essere felice o infelice, a seconda che tu prema il tasto dell’elogio o della critica.”

“Ci comportiamo come dei burattini: siamo felici se ci esaltano e siamo tristi se ci contrariano o ci criticano; insomma, ci muoviamo a seconda della vanità e delle paure che ci influenzano.
Ciò che chiamiamo “felicità” è una folle corsa verso momenti fugaci di successo, con i quali cerchiamo di ingannare l’insoddisfazione che ci rivela una realtà che ci spaventa perché chiama le cose con il loro nome.”

“Il timore esclude l’amore perché colui che ha paura cerca solo sicurezze; cerca rifugi in cui nascondersi e sostegni a cui appoggiarsi. L’amore, essendo, verità, è libero e ci rende liberi.”

“Ciò che più preoccupa le persone programmate è avere sempre ragione. Sembra che la loro ragione dipenda dall’accettazione degli altri, come se fosse un filo fragile. Se qualcuno non la condivide, non solo la loro ragione vacilla, ma l’”ego” si irrita come se l’avessero minacciato.”

“Osserva, capisci, accetta… e tutto si risolverà senza tensioni.”

“Devi renderti conto del dolore, dell’afflizione o dell’inquietudine che provi e capire cosa li motiva e da dove nascono in realtà.”

“La cosa più difficile è la capacità di vedere; vedere semplicemente con sincerità per non ingannarsi, perché vedere significa cambiare.”

“Solo chi sa rendersi indipendente dalle persone saprà amarle come sono. E’ un’indipendenza emozionale, al di fuori di qualsiasi attaccamento e di qualsiasi recriminazione”

“Dare affetto significa fare ciò che più conviene all’altra persona, a seconda delle sue esigenze di quel momento.”

Cos’è la sofferenza? E’ un desiderio ostacolato. E’ desiderare che le cose accadano come voglio io, o che le persone si comportino secondo la mia volontà; quando il mio desiderio non si realizza, si scontra con la realtà, e tale scontro causa la sofferenza. In altre parole, il problema sorge quando insisto perché si verifichi qualcosa di diverso dalla realtà, è la pretesa di distorcere la realtà per conformarla alle mie forme di attaccamento.”

“In realtà, non è la natura a causare la sofferenza, bensì il cuore dell’uomo pieno di desideri e di paure. La felicità non può dipendere dagli avvenimenti. E’ la nostra reazione davanti agli avvenimenti che ci fa soffrire in continuazione.”

“Abbiamo tutti le stesse inclinazioni; lo prova il fatto che, se ci infastidiscono gli errori altrui, è perché, per l’appunto, ci ricordano i nostri stessi errori, e se non permettiamo a noi stesi di sbagliare… o non vogliamo riconoscere di essere in errore… come potremo accettarlo negli altri? Se lo riconosceremo in noi, automaticamente non ci darà fastidio riscontrarlo negli altri.”

“Fermati a pensare se, in qualche momento della tua esistenza, hai compiuto il male deliberatamente e, se non l’hai commesso, perché credi che gli altri ne siano capaci? (…) Tutti, senza eccezione, ricerchiamo il nostro bene, anche se lo teniamo nascosto; ciononostante, la maggior parte delle volte questo “bene”, che è sbagliato, in realtà non è bene.”

“Ora prova a pensare a qualche gesto di rifiuto, offesa o ingiustizia che hai ricevuto da qualcun altro. Si è trattato veramente di un’offesa? Oppure sono la tua paura e la tua insicurezza che ti hanno fatto sentire offeso? (..) E’ la tua insicurezza che si è sentita attaccata e che ha fatto scattare i tuoi meccanismi di difesa.”

“Solo il giorno in cui non ti importerà di quello che gli altri pensano di te, perché non sei dipendente da loro, imparerai ad amare le persone per quello che sono e a dare loro la risposta giusta. Il fatto è che il nostro “ego” ci induce a ritenere necessario di essere necessari per sentirci importanti.”

“Chiedi perciò qualunque cosa, ma fallo con chiarezza e lascia sempre che l’altra persona sia libera di accontentarti o no: se, chiedendo, riponi la tua felicità nel fatto di essere esaudito (…) Chiedere ti pone sempre in una situazione di vulnerabilità che ti lascia in balia del fatto che la risposta del tuo interlocutore ti possa essere gradita o meno. E quindi di solito eviti di fare delle richieste, perché ti sembra che ti mettano in una situazione di svantaggio.”

“A Beethoven chiesero quale fosse il significato dell’Ottava sinfonia e il grande musicista rispose: “Se potessi esprimere ciò che significa a parole, non avrei bisogno di esprimerlo con la musica.””



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