Analfabetismo affettivo

Frasi tratte da "Da piccolino caddi in una pagina, abbecedario letterario" di Antonio Ferrara

Scrivendo e leggendo ci si imbatte nelle proprie emozioni. 

Imparare a turbarsi, a emozionarsi. Questo ci serve, questo importa. E' impossibile amare mantenendo intatto il proprio io. E la scrittura affronta in maniera diretta i sentimenti opposti di potere e impotenza (...).

Scrittura come prolungamento del sentimento, ecco. Come palestra dell'intimità.

Parlare a me mentre parlo di me. Forse ci serve a capire meglio quello che non siamo (...).

Stai attento a quello che scrivi e a quello che cancelli, a quello che trattieni per te e a quello a cui rinunci, come in amore.

Siamo ciò che diciamo, d'altra parte, siamo fatti di parole, come i personaggi di una storia.

Pensi a quelli che non hanno alcuna idea di ciò che essi stessi provano, quelli che sono completamente perduti quando devono sapere che cosa senta chiunque altro intorno a loro. Quelli che dal punto di vista emotivo è come se fossero morti.

Sai che se non sei consapevole delle tue emozioni non saprai leggere quelle degli altri, che bisogna parlare bene le parole, imparare a dare un nome ai sentimenti, per evitare di esserne travolti.


Usi le tue ferite segrete, riponi una grande fede nell'umanità, perché sai che tutti gli esseri umani si somigliano, che altri portano ferite come le tue, e che quindi capiranno.
Questo fa la scrittura, ci mostra il turbamento in cui spesso ci troviamo.

Ti senti solo. Dici al tuo lettore dimenticami, come si dice all'innamorata che lasciamo, ma nel tuo cuore speri che ti ricordi tutti i giorni.

Tutto ciò che vale merita di essere atteso.

Posso affrontare il diluvio, il cambiamento, solo se ho buttato via le parole che invece di aiutarmi a vedere le cose, le nascondono.

Sei smarrito, ma non sei perduto. Sei in un labirinto pieno di stradine o di un deserto privo di sentieri, è lo stesso.

Sai che scrivere è anche non parlare. E' tacere, è urlare senza rumore.
Sai che ogni parola è orlata di silenzio, dove risuona tutto quello che la parola non sa dire.

Le voci che non ci sono più risuonano come un gemito infinito, un pianto ancora senza lacrime.

Continui a sentire la mancanza di qualcosa, qualcosa che hai conosciuto, ma che hai dimenticato.
Una memoria sbiadita, un ricordo perduto. E questo vuoto non è soltanto un vuoto, è una ferita, fa male.

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