Così seppi di cosa ero felice.

frasi tratte da "Tu, mio" di Erri De Luca

Il dolore bussava ma io non aprivo.


Capivo che non era il rifiuto di avere un corpo, ma la pazienza di sopportarlo, un carico sull'asino che a volte è esagerato e pure l'uccide, ma fino a quel punto non se ne lamenta.


Corpo era una bestia paziente.


Mi innamoravo secondo un impulso opposto all'evidenza: che io ero di molto più adulto.


Ci si innamorava così, cercando nella persona amata il punto a nessuno rilevato, che è dato in dono solo a chi scruta, ascolta con amore.
Ci si innamorava da vicino, ma non troppo...


E in testa mi tornò il nome Haiele, così seppi di cosa ero felice.


Gli innamorati pregano con una parola sola, un nome.


Fammi sentire ancora il mio nome.


In alto le stelle erano uno sciame di meduse.


Io sono il tuo fondale.


Mi addormentai su una sua frase.


Cercar risposte dagli altri è come calzarsi al piede una scarpa d'altri, le risposte uno se le deve dare da sé, su misura.



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