La grande sfida della durata. Hic et Nunc. Un goffo desiderio di essere amati e stimati.



Frasi tratte da "Una lotta per la vita" di Enzo Bianchi

"(...) il cuore è il luogo dell'intelligenza e della memoria, della volontà e del desiderio, dell'amore e del coraggio."

"Quando appare una visione, non si ceda al panico, ma di qualunque genere essa sia, per prima cosa si domandi, pieni di coraggio: "Chi sei e da dove vieni?"" 

"(...) è una persona paziente, in grado di affrontare la grande sfida della durata."

"Non conosco alcuna caduta che non sia stata causata dalla fiducia in se stessi. Alcuni dicono: "L'uomo cade in peccato per questo o per quest'altro motivo.", ma io, ripeto, non conosco caduta che non sia avvenuta per altra causa che quella. Vedi qualcuno cadere? Sappi che si guidava da solo. Nulla è più grave che guidarsi da sé, nulla è più fatale."

"Combattiamo contro un persecutore insidioso, un nemico che lusinga ... Non ferisce la schiena con la frusta, ma carezza il ventre; non confisca i beni, dandoci così la vita, ma arricchisce, e così ci dà la morte; non ci spinge verso la vera libertà imprigionandoci, ma verso la schiavitù onorandoci con il potere nel suo palazzo; non colpisce i fianchi, ma prende possesso del cuore; non taglia la testa con la spada, ma uccide l'anima con l'oro e il denaro."

"La morte non è solo l'ultimo istante della vita biologica, ma è la forza costantemente all'opera nella nostra vita quotidiana: si manifesta come sofferenza, malattia, separazione, rottura, fine di tutto ciò che per noi è vitale, al punto da causare vere e proprie situazioni di non-vita in chi, biologicamente è ancora vivo."

"In breve: mosso dalla paura della morte, l'uomo vuole preservare con qualsiasi mezzo la propria vita, vuole possedere per sé i beni della terra, vuole dominare sugli altri."

"L'ansia di immortalità, onnipotenza e onniscenza, accresciuta dalla frustrazione per l'incapacità di accettare il proprio limite creaturale, spinge a considerare il mondo esterno come una preda di cui impossessarsi, una realtà unicamente funzionale alla voracità umana (...)."

"(...) una forza che mira a distorcere in senso egocentrico tutte le sfere relazionali."

"(...) quando si sa che l'amore può essere la ragione del vivere e del morire, allora cessa la tristezza e si fa strada la beatitudine (...)."

"(...) ecco aprirsi lo spazio per desideri e bisogni che vanno al di là di quelli primari e che, proprio per questo, hanno in sé una vena di insaziabilità."

"L'acedia è superficialità, tristezza, mancanza di resistenza, di profondità, di perseveranza in un luogo e in un lavoro. Chi è malato di acedia non sa concentrarsi, non sa prendere le cose sul serio, non sa andare fino in fondo né portare a compimento ciò che intraprende, non sa essere "qui e ora", hic et nunc, ma è sempre altrove."

"L'accidioso prende come pretesto le visite ai malati, ma soddisfa il proprio scopo; è pronto al servizio, ma in realtà cerca solo la propria soddisfazione."

"Per evitare ciò che gli è richiesto, ossia fare bene ciò che si deve fare, l'accidioso si costruisce alibi: vuole fare altre cose che a suo avviso gli competono o gli si confanno, cose che sono sempre altre da quelle che, in quel momento, dovrebbe fare!"

"(...) a volte ciò che scatena l'ansia di emergere è semplicemente - soprattutto per le persone insicure - un goffo desiderio di essere amati e stimati."



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