A tutti "capiterà" un tesoro.

Tratto da "Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkola Estés

A differenza degli esseri umani, i lupi non giudicano sorprendenti o punitivi gli alti e bassi della vita, l'energia, il potere, il cibo, l'occasione. Le cime e le valli semplicemente sono, e i lupi le percorrono con tutta l'efficienza e la fluidità possibile. La natura istintuale ha la miracolosa capacità di vivere i doni positivi e le conseguenze negative conservando sempre la relazione con sé e gli altri.
Tra i lupi, i cicli Vita/Morte/Vita della natura e del fato sono onorati con grazia, intelligenza.

Ci hanno insegnato che la morte è sempre seguita ancora dalla morte. Non è così: la morte tiene sempre in incubazione una nuova vita, anche quando la propria esistenza è arrivata all'osso.

Non c'è da sorprendersi se coloro che cercano di amare si confondono e si tormentano, e come nella favola di Hans Christian Andersen Scarpette Rosse danzano una folle danza, incapaci di fermarsi, e volteggiano accanto a quanto veramente amano.

I giovanissimi ancora non sanno che cosa vogliono, gli affamati cercano il sostentamento, e i feriti cercano conforto a precedenti ferite. A tutti "capiterà" un tesoro.

Restare inerti e limitarsi a sognare l'amore perfetto è facile. E' una sorta di anestesia dalla quale potremmo non riprenderci mai più, affermando qualcosa di prezioso, al massimo, ma sempre nell'inconsapevolezza. Per chi è ingenuo o ferito, il miracolo dei mondi della psiche è che, anche se è esitante, irriverente, senza speranza, sena volontà, e non si sente degno né pronto, accidentalmente inciamperà in un tesoro. Allora è compito dell'anima non sottovalutare quel che capita, riconoscere il tesoro in quanto tale, indipendentemente dalla sua forma insolita, e riflettere sul da farsi.

Talvolta anche gli innamorati all'inizio di una relazione cercano soltanto un po' di eccitazione, oppure un pizzico di sedativo del tipo "aiutami a superare la notte". 

Fingiamo di poter amare senza che muoiano le nostre illusioni sull'amore, fingiamo di poter andare avanti senza che muoiano le nostre aspettative superficiali, fingiamo di poter fare progressi, e che le nostre ebbrezze e i nostri impeti preferiti non moriranno mai. Ma in amore tutto, proprio tutto viene accantonato. L'io non lo vuole, ma così dev'essere, e la persona dalla natura profonda e selvaggia è irrefutabilmente attirata dal compito.
Che cosa muore? Muore l'illusione, muoiono le aspettative, la bramosia di avere tutto, il desiderio di prendere solo il bello, tutto questo muore. Siccome l'amore porta sempre a una discesa nella natura Morte, comprendiamo bene come mai siano necessario potere su di sé e sentimento. 


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